ON THE WORLD MOUNTAINS

SULLE MONTAGNE DEL MONDO

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Questa foto è stata scattata a mezzanotte del 1 luglio 1984 sulla vetta inviolata della Groenlandia Orientale, poi battezzata Cima Tasiilaq, per ricordare il villaggio del Distretto di Angmagssalik dove nel 1884, l'esploratore danese Gustav Holm stabilì contatto con 413 esquimesi Tunumiut, di cui si ignorava l'esistenza. La foto scattata da Ane Kuitse, ritrae Giovanni (Gianni) Pais Becher, guida alpina di Auronzo di Cadore, che ha voluto organizzare una spedizione alpinistica Internazionale per ricordare i 100 anni di quell'incontro che ha cambiato per sempre il destino
della popolazione Tunumiut.

Ane Kuitse e Ferdinan Maqe, discendenti diretti di quella popolazione, hanno voluto partecipare direttamente all'evento.

This photo was taken at midnight on July 1, 1984 on the summit of the unclimbed East Greenland, then called Cima Tasiilaq, to remember the Village District Angmagssalik where in 1884, the Danish explorer Gustav Holm established contact with 413 Eskimos Tunumiut, of which you did not know existed. The photo taken by Ane Kuitse portrays Giovanni (Gianni) Pais Becher, mountain guide Auronzo, who wanted to organize an international mountaineering expedition to commemorate the 100 years of encounter that has forever changed the destiny of the population Tunumiut.

Ane Kuitse Maqe and Ferdinand, direct descendants of that people, who wished to participate directly in the event


 
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Nella foto gli alpinisti partecipanti alla Spedizione. Da sinistra in piedi: Mauro Corona, Ane Kuitse, Ferdinan Maqe, Cristina Smiderle, Maurizio Dall'Omo, Gianni Pais Becher (capospedizione), Luciano Zardini (Lares) e Peter Podgornik. In basso da sinistra: Roberto Mazzilis, Fabio Delisi, Luciano De Crignis, Lino Di Lenardo, Janko Humar ed Antonio Colli.
Durante la spedizione sono state salite ben 20 cime inviolate ed aperto 28 vie nuove,
tra le quali alcune di estrema difficoltà.
Per la prima volta nella storia dell'alpinismo, due Inuit: Ane Kuitse e Ferdinand Maqe, hanno preso parte attivamente ad una
spedizione alpinistica.
Una delle cime inviolate da loro scalate è stata chiamata Cima Tasiilaq, il nome del villaggio dove sono nati e cresciuti. Un altra è stata
chiamata cima Tiniteqilaq, un piccolo villaggio sul fiordo Sermilik.
Lo scultore Mauro Corona ha inoltre effettuato un interessante interscambio di tecniche di incisione con i più affermati scultori di Angmagssalik. Vicino al porto del villaggio di Tasiilaq, abbiamo allestito un improvvisata palestra di roccia, dove i bambini hanno imparato la tecnica di arrampicata, dimostrando doti di equilibri eccezionali.
 



Da sinistra in basso (from the lower left): Antonio Colli, Giovanni Pais Becher (Gianni) capospedizione (leader), Lino Di Lenardo e Luciano De Crignis. 

In piedi da sinistra (from standing left are):Mauro Corona, Peter Podgornik, And Kuitse, Ferdinan Maqe, Roberto Mazzilis, Janko Humar, Fabio Delisi, Cristina Smiderle, Maurizio Dall'Omo e Luciano Zardini.

  


30° anniversario della Spedizione Alpinistica Internazionale in Groenlandia Orientale, effettuata nei mesi di giugno e luglio del 1984, si sono ritrovati a Misurina l'8 agosto 2014, Giovanni Pais Becher (Gianni) e Mauro Corona.

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Gianni Pais Becher sotto la vetta della cima Tasiilaq in Groenlandia Orientale, il 1 luglio 1984 alle ore 23,00 e  sullo sfondo, in lontananza la cima innevata di Alpe Adria, salita in prima assoluta nel 1982, con Ferruccio Svaluto Moreolo.



Il Monte Forel in Groenlandia Distretto di Angmassalik fotografato dalla cima Tasiilaq nel 1984.

Durante la mia attività di alpinista e Guida Alpina, ho organizzato e partecipato a numerose Spedizioni Alpinistiche, Esplorative e Scientifiche in varie località del mondo:

1974: Groenlandia Orientale distretto di Angmassalik.
 




Il gagliardetto consegnato dal Comune di Auronzo*nel 1974*alla Spedizione Alpinistica della Sezione Cadorina del C.A.I in Groenlandia Orientale, distretto di Ammassalik*Organizzata per festeggiare il Centenario di Fondazione della Sezione. Nella foto da sinistra Giuseppe Macchietto, Alberto Berti, Giovanni Pais Becher (Gianni), Eraldo Pais Becher e Claudio De Zordo.


1974*Groenlandia Orientale*Partecipanti alla Spedizione alpinistico esplorativa:
Elziro Molin Poldedana, Alberto Berti, Claudio De Zordo, Eraldo Pais Becher, Giuseppe Macchietto, Giuseppe Barbieri, Enzo Lancellotti e Gianni Pais Becher.
Nella zona compresa tra il ghiacciao Karale ed il Ghiacciaio Knud Rasmussen abbiamo salito molte cime inviolate e percorso alcuni ghiacciai sconosciuti.



Da sinistra: Eraldo Pais Becher, Alberto Berti, Claudio De Zordo, Giuseppe Macchietto, Elziro Molin Poldedana e Giovanni Pais Becher (Gianni).
Tornati dalla Groenlandia Orientale - Distretto di Angmassalik, dove nel 1974, nella zona compresa tra il ghiacciao Karale ed il Ghiacciaio Knud Rasmussen hanno salito molte cime inviolate e percorso alcuni ghiacciai sconosciuti.

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1974, Groenlandia Orientale, Distretto di Angmagssalik, lembo settentrionale del fiordo Sermiligaq. Claudio De Zordo ed Alberto Berti, alpinisti del C.A.I. di Auronzo di Cadore e membri del Soccorso Alpino. 

Di ritorno da una delle tante scalate a cime inviolate compiute da loro e dagli altri componenti la Spedizione Alpinistica, organizzata per festeggiare il centenario di fondazione della Sezione Cadorina del C.A.I. di Auronzo di Cadore in provincia di Belluno. 
Nella zona compresa tra il ghiacciao Karale ed il Ghiacciaio Knud Rasmussen abbiamo salito molte cime inviolate e percorso alcuni ghiacciai sconosciuti.La spedizione era stata organizzata per festeggiare il Centenario di fondazione della Sezione Cadorina del C.A.I diAuronzo. Con Claudio ed Alberto, ancor adolescente ed io alcuni anni più giovane di loro, ho imparato ad arrampicare ed abbiamo vissuto molte vicende liete tra le nostre Crode di Auronzo e Misurina. 

Adesso loro *SONO ANDATI AVANTI*, ma resteranno sempre in fondo al mio cuore. Grazie amici Claudio ed Alberto, per tutto quello che mi avete insegnato e per tutto il tempo lieto: ore, giorni e mesi che abbiamo trascorso insieme.




Damiano Rombaldi dei Camosci di Auronzo. Mio compagno di cordata sulla via nuova alla Cima Both degli Spalti di Toro, aperta il 16 agosto 1964. Segue la relazione apparsa 
sulla Rivista "Le Alpi Venete" Autunno Inverno 1968 a pag. 182. La relazione accompagna anche la via nuova aperta il 18 agosto 1964 sulla Cima Emilia con Eraldo Pais Becher. Le due relazioni si possono trovare anche sulla Guida "Dolomiti Orientali volume II" di Antonio e Camillo Berti alle pag. 155 e 159.




1979: Spedizione alpinistica in Bolivia nella Cordillera Real.

Partecipanti: da sinistra Giuliano De Marchi, Giovanni Pais Becher (Gianni), Agostino Da Polenza, Piero Valmassoi, Marco Corte Colò.
In basso da sinistra: Pietro Vecellio Salto e Rolando Menardi.

Durante la spedizione è stata aperta una via nuova sulla parete est dell'Hancohuma, imponente montagna alta 6427 metri ed una via nuova sul Viluyo quarto.

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1981: Gianni viene invitato a partecipare alla spedizione alpinistica Friulana al Nevado Sarapo nella Cordillera di Huayhuash in qualità di organizzatore dei

servizi logistici in Perù.



Durante la spedizione è stata  aperta una difficile via nuova sulla parete sud del Nevado Sarapo.

Partecipanti alla Spedizione:

Sergio De Infanti (capospedizione), Rodolfo Sinuello, Silvio Antoniutti, Lucio Anziutti, Mario Cedolin, Nico De Santa, Tonino Cella, Luciano De Crignis, Cristina De Crignis, Bruna De Florian, Lino Di Lenardo, Stefano Sinuello, Mario Qualizza, Geminiano Veritti, Mario Casanova, Edoardo Busetto, Daniele

Eirlich, Enea Gavazzi, Alberto Madrau, Elio Pezzano, Adriano Ursella, Fausto Sala, Jamanca e Giovanni Pais Becher (Gianni).

 



 

1982: Spedizione alpinistica *Veneto Friulana in Groenlandia Orientale*.

Da sinistra in basso: Enea Gavazzi, Ferruccio Svaluto Moreolo, Stefano Sinuello, Geminiano Veritti e Daniele Zandegiacomo Bianco.

Da sinistra in piedi: Nico De Santa, Gianni Pais Becher (Leader), Marino Di Lenardo, Gianni Pais De Gabriel, Anna Sberla, Lucio Anziutti, Oliviero Olivier, Tonino Cella, Gigi Dal Pozzo e Maurizio Dall'Omo.

Durante la spedizione abbiamo salito molte cime inviolate con difficoltà su roccia e su ghiaccio di livello estremo.

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1982: Attraversata aerea per superare un fiume sul ghiacciaio Kristian in Groenlandia.

Già nel 1982 avevamo verificato che era in atto lo scioglimento intensivo dei ghiacci della Groenlandia.



Il famoso incrocio di diversi ghiacciai nella regione montuosa della Groenlandia Orientale denominato Femstjernen. Durante la Spedizione Alpinistica Veneto Friulana del 1982,
abbiamo attraversato a piedi con zaini pesantissimi 

per piantare il Campo Base all'incrocio tra il Glacier de France e il Porquoi Pas
 Gletscher. Da dove ci siamo sparsi in vari gruppi tra il Champs Elysees Gletscher e il Kristian Gletscher,
Compiendo numerose prime ascensioni, con difficoltà fino al settimo grado.
Italian expedition to East Greenland, Angmagssalik area (Club Alpino Italiano, Veneto-Friulana). Members: Gianni Pais Becher (leader), Daniele Zandegiacomo, Ferruccio Svaluto Moreolo, Maurizio Dall’Olmo, Oliviero Di Zoldo, Gigi Dal Pozzo. 10 first ascents of from 1900 to 3270 meters between Kristians Glacier, Femstjerne and Glacier de France. AAJ, 1983, p. 180; RCAI, 1983, 3/4; C1SDAE.
Tratto 
dal annuario del American Alpine Club 1988.





 Luglio 1982: i componenti la Spedizione Veneto Friulana, sono ricevuti a Selva di Valgardena dal Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini, a cui gli alpinisti hanno dedicato una cima. inviolata.

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1983: Gianni Pais Becher accompagna in Groenlandia Orientale un gruppo dell'Associazione Italiana Amici della  Groenlandia. Abbiamo effettuato alcune prime ascensioni.

Lo scopo principale della spedizione era: il tentativo di installare le basi per un proficuo interscambio culturale tra la Groenlandia e l'Italia.

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Nella Foto Mauro Corona e Cristina Smiderle a mezzanotte del 1 luglio 1984 su una cima inviolata della Groenlandia Orientale che verrà denominata Cima Belluno.

1984: Spedizione alpinistica Internazionale organizzata per festeggiare il centenario dell'arrivo dell'esploratore danese Gustav Holm a Tasiilaq nell' area di Angmagssalik. Kalatdlit Nunat, Groenlandia. 

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Una delle cime inviolate da loro scalate è stata chiamata Cima Tasiilaq, il nome del villaggio dove sono nati e cresciuti.

Un altra è stata chiamata cima Tiniteqilaq, un piccolo villaggio sul fiordo Sermilik.
 

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1984, i componenti la Spedizione mentre raggiungono i campi avanzati, trainando le slitte cariche di viveri e materiale alpinistico.

Lo scultore Mauro Corona ha inoltre effettuato un interessante interscambio di tecniche di incisione con i più affermati scultori di Angmagssalik.

Vicino al porto del villaggio di Tasiilaq, abbiamo allestito un improvvisata palestra di roccia, dove i bambini hanno imparato la tecnica di arrampicata,

dimostrando doti di equilibri eccezionali.

International expedition to East Greenland, Angmagssalik area. Members: Italians Gianni Pais Becher (leader), Antonio Colli, Mauro Corona, Maurizio Dall’Omo, Luciano de Grignis, Fabio Delisi, Lino Di Lenardo, Roberto Mazzilis, Cristina Smiderle, Luciano Zardini; Slovenes (Yugoslavia) Peter Podgornik, Janko Humar; Greenlanders Ane Kuitze, Ferdinan Maqe. 28 new routes, 20 first ascents in Kristian Glacier area of peaks between 2000 and 3240 meters; several ascents of UIAA V to VI difficulty. AAJ, 1985, p. 221; RCAI, 1985, p. 73. 
Tratto dal annuario del American Alpine Club 1988




In lontananza la cima inviolata scalata nel 1984 da Giovanni Pais Becher (Gianni), Fabio Delisi, Ane Kuitse e Ferdinan Maqe, i due alpinisti 
inuit che per la prima volta nella storia dell alpinismo hanno partecipato a una spedizione alpinistica, scalando diverse cime, quella sullo sfondo dedicata al villaggio dove sono nati: Cima Tasiilaq.
Di spalle con il binocolo Mauro Corona.


Ane Kuitse e Ferdinan Maqe mentre scalano nel 1984, con Giovanni Pais Becher (Gianni) in prima assoluta una cima della Groenlandia Orientale che sarà denominata Cima Tiniteqilaq in omaggio a un altro villaggio della Costa Orientale della Groenlandia.
 

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1986, da sinistra Peter Podgornik, Gianni Pais Becher e Ferruccio Svaluto Moreolo sotto la parete nord dell'Ingollfjeld in Groenlandia Orientale.


 

1986: Spedizione alpinistico - scientifica in Groenlandia Orientale. Lo scopo era quello di aprire una via nuova sulla difficile parete nord dell'Ingolffjeld meglio conosciuto come l'Eiger della Groenlandia.

A quello si è aggiunta una spedizione scientifica organizzata in collaborazione con il Centro Studi Ligabue di Venezia ed il Museo di Storia Naturale della stessa città.

Partecipanti:

Giovanni Pais Becher (Gianni capospedizione), Peter Podgornick e Ferruccio Svaluto Moreolo (alpinisti).

Lorenzo Bonometto, Francesco Mezzavilla e Luca Missan (ricercatori).

Pierantonio Zago e Sergio De Longhi (radioamatori).

 Italian-Yugoslavian expedition to East Greenland, Ingolffjeld (2560 meters). Members: Italians Gianni Pais Becher (leader), Ferruccio Sveluto Moreolo, Pierantonio Zago, Sergio De Longhi, and Slovene Peter Podgornik. Attempt on 1500-meter-high north face of Ingolffjeld to 1030 meters. The peak lies 150 kms northeast of Angmagssalik. AAJ, 1987, p. 186.
Tratto dal annuario del American Alpine Club 1988

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1989: Giovanni (Gianni) Pais Becher organizza un altra spedizione in Groenlandia Orientale alla quale partecipano:

Gastone Lorenzini (finanziatore ed alpinista) e la guida alpina di Misurina Elziro Molin Poldedana.

Anche durante questa spedizione, abbiamo salito alcune cime nuove che portano a oltre cinquanta montagne inviolate il totale delle cime salite durante le sei spedizioni in Groenlandia Orientale guidate da Gianni Pais Becher.

I reportage completi delle spedizioni sono stati riportati dalle riviste del settore:

Rivista mensile del C.A.I., Lo Scarpone, Alp ed American Alpine Journal. L'Istituto Geodetico Danese con sede a Copenaghen, ha ricevuto le relazioni

complete di mappe, dove sono segnate la localizzazione delle cime. Inoltre il Centro Studi Per La Montagna di Torino ha ricevuto tutte le nostre relazioni

alpinistiche.

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Nel 1990 inizia il lungo viaggio che porterà Gianni Pais Becher in Asia, durante gli anni: 1990, 1991, 1992, 1995, 1997.

Dapprima in Mongolia dove riceverà l'importante incarico di rappresentante ufficiale in Europa, del Mongol Altai Club e della Mongolian Mountaineering Union.

In Mongolia salirà alcune cime inviolate e la montagna Sacra dell'Otgon Tenger. In seguito raggiungerà l'Amdo Tibetano, portandosi fin alle sorgenti del fiume Giallo e salendo una cima inviolata nel gruppo dell'Amnye Machen, la montagna Sacra ai tibetani. La montagna, intorno alla quale hanno pregato in ginocchio migliaia di tibetani, è stata resa famosa dall'esploratore Leonard Clark, che l'aveva quotata come la più alta del mondo. La montagna è stata difesa e guardata a vista nei secoli, dalla tribù degli Golok o Ngolok. Uomini e donne dai tratti somatici fieri che si differenziano da quelli dei cinesi e degli stessi tibetani.




Temujin il futuro Genghis Khaan, Imperatore del Mongoli aveva trovato rifugio in una grotta.  la stessa grotta dove il Governatore J. Dashdong, il primo a sinistra, Governatore di Delgerhaan, nel  maggio del 1992, mi ha accompagnato a conoscere la vera storia dei mongoli. Compresa Agui Aurag dove Temujin è stato eletto Imperatore dei mongoli.






Scambio di doni tra Giovanni Pais Becher e Radnbazarin Zorig Presidente del Mongol Altai Club.






Giovanni Pais Becher (Gianni) viene accolto sulle montagne degli Altai in Mongolia nel 1992, da una famiglia di Uriankai che gli dona anche un cavallo.




Il 2 luglio 1991 Bold Baatar, Gianni Pais Becher ed Edy Gansbacher raggiungono la vetta dell'Otgon Tenger*La Montagna Sacra della Mongolia* per una via nuova.
Durante la salita incontrano i resti di un aereo caduto su quella montagna molti anni prima. Nella foto l'alpinista del Mongol Altai Club Bold Baatar e la guida alpina Giovanni Pais Becher (Gianni) sulla vetta.



Gianni Pais Becher, Gastone Lorenzini e Alziro Molin dopo le scalate nel Gruppo del Tsast Uul-Tsambagarev nella catena dei Monti Altai in Mongolia.

Massif of Tsast Uul-Tsambagarev. Italians Gianni Pais Becher, Gastone Lorenzini and Elziro Molin climbed in western Mongolia in June and July. In late June, they first climbed Tsast Uul (4250 meters, 13,944 feet), the second highest peak in Mongolia, by the normal route. On June 27, they established Base Camp at 2520 meters north of the massif and the next day placed a camp in an alpine meadow. On June 29 the three Italians with Mongolians Jndonpuncav, Gotov, Samubun and Battulga climbed a 55° ice slope to the summit of unclimbed P 4030 (13,222 feet). On June 30, they moved camp to Tavan Betchir. On July 2, they started for a peak they had seen from Tsast Uul. They had to climb over a ridge to 3800 meters, down the far side, across a glacier and finally up the icy, 60° northwest face of P 4150 (13,616 feet). The summit was reached by Pais Becher, Molin, Mongolians Dorjpalam, Tumentogootch, Damba, Rentsenbyamba, Gaadamba and Vantchig
Nel 1992 Giovanni Pais Becher (Gianni), Alziro Molin e Gastone Lorenzini di Firenze che finanzia la Spedizione Alpinistica sui Monti Altai in Mongolia, insieme agli alpinisti originari del deserto del Gobi: Jndonpuncav, Gotov, Samubun and Battulga il 29 luglio scalano in prima assoluta una cima inviolata del gruppo montuoso Tsast Uul - Tsambagarev, la seconda cima più alta della Mongolia.
Il 30 luglio 1992, gli stessi, con gli alpinisti Mongoli: 
Dorjpalam, Tumentogootch, Damba, Rentsenbyamba, Gaadamba and Vantchig, scalano un altra cima inviolata di 4150 metri situata nel stesso massiccio, che battezzano "Cima Mongolia Italia"

https://wikivividly.com/wiki/Tsambagarav_Uul_National_Park


https://es-la.facebook.com/pages/Tsambagarav/110904549016673



Giovanni Pais Becher (Gianni)*insieme agli amici Golok* nel 1997, dopo la salita a una cima inviolata nella enorme catena montuosa del *Amnye Machen* composta da oltre 20 montagne. La Montagna Sacra alle cui pendici vive l'etnia Golok o Ngolok.
I G
olok sono da sempre uomini e donne liberi, adattati a vivere sull'altipiano del Amdo, nella Prefettura Autonoma, guerrieri indomiti che né i mongoli, né i tibetani ed i cinesi sono riusciti riusciti a colonizzare.
Loro mi hanno raccontato di essere i difensori di una divinità denominata Machen Pomra che abita la montagna e che scatena le bufere che in questa zona sono molto violente.




Certificato di Wang Anhong Segretario Generale del Associazione Qinghai Mountaineering Associacion che:
 Giovanni Pais Becher (Gianni), Alziro Molin e Gastone Lorenzini, membri della Spedizione Alpinistica Firenze 1997, hanno scalato una Cima inviolata
di 5056 metri, denominata Mount Zhoula, nel gruppo montagnoso del Amnye Maqen nel Qinghai
.
 



Dal 1999 al 2018, Gianni vaga per l'America Latina e visita la Patagonia, il Cile, L'Argentina, l'Uruguay, la Bolivia ed il Perù. Viaggi che di alpinistico hanno soltanto la salita su alcune cime per scopi culturali. Viaggi di conoscenza, di avvicinamento alle popolazioni che da sempre abitano l'altipiano delle Ande. In particolare con gli Aymara ed i Quechua. Una scelta di vita che continua tuttora e che si può comprendere solo in parte, visitando i siti web:
 
www.chile.it   www.culturaindigena.it o visionando le centinaia di video disponibili su: www.youtube.com/indigeno9





Natale 2010: Giovanni (Gianni) Pais Becher sulle Ande tra Argentina e Cile aspettando che il vento gli indichi la direzione da prendere 

Durante le spedizioni alpinistiche ed esplorative, che ho effettuato in anni diversi sulle montagne del mondo, ho sempre cercato
di privilegiare i rapporti umani con le popolazioni locali, cercando di imparare il più possibile della loro cultura e delle
loro tradizioni.
In questo modo ho potuto acquisire un bagaglio di esperienze e di conoscenze che mi hanno aiutato a crescere e che mi hanno
dato la possibilità
di capire finalmente quale dovesse essere la vita dei miei antenati tra queste
montagne. I popoli che abitano le altitudini del mondo hanno molte cose in comune. Hanno tratto la loro sopravvivenza soprattutto dalla pastorizia e dall'allevamento del bestiame, così in Mongolia come in Cadore.
La donna e le bambine che appaiono in questa foto, appartengono all'etnia Uriamqa e vivono in Mongolia a 3000 metri - su un altopiano che s'innalza sotto al massiccio della Tsast Uul - nella catena dei monti Altai.
Nel 1992, dopo aver scalato le montagne che sovrastavano le loro tende, hanno voluto che fossi loro ospite.
Batogtok, il marito della signora Erdenetuya, mi ha prestato il suo deli (tunica tradizionale dei mongoli) ed il suo cappello, perchè mi considerava uno della loro famiglia.
Ho dormito nelle loro tende, ho pascolato le loro pecore, munto i loro yak, sono uscito di notte più volte a scacciare i lupi che insidiavano le loro greggi.
Prima di andarmene mi hanno regalato un cavallo. Volevano che lo portassi con me in Italia per ricordarmi per sempre di loro.
Quando ho fatto capire che non potevo portarlo con me, mi hanno detto che lo custodiranno loro fino al mio ritorno.
Grazie amici miei, tornerò a trovarvi, tornerò ad abbracciarvi stretti e a cavalcare ancora sull'altopiano insieme a voi


Il Gazzettino, pagine Nazionali*13 agosto 2018


Nel 1987, non potendo io andare in Groenlandia, vennero i Tunumiut dell'area di Angmagssalik a trovarmi ad Auronzo.
Lo stadio del ghiaccio di Auronzo, gremito all'inverosimile vide svolgersi uno spettacolo unico, mai più ripetuto in Italia.
Dall'Artico, dalla Groenlandia Orientale, Distretto di Angmassalik, gli Inuit Tunumiut dei quali, fino al 1884, era sconosciuta l'esistenza, attraversarono l'oceano Artico e mezza Europa per venire a trovare gli alpinisti conosciuti nel loro villaggio di Tasiilaq negli anni precedenti.
Con la spedizione Internazionale del 1884, alla quale avevano partecipato anche due figli della loro Terra: Ane Quitse e Ferdinan Maqe, erano nati rapporti di stretta amicizia che sono culminati con la loro visita ad Auronzo, con le loro danze rituali, con la loro simpatia che ha colto il pubblico in innumerevoli applausi.
Gli applausi si sono intensificati quando Pauline Maratse, di Sermiligaq, figlia di uno sciamano Tunumiut ha fatto la sua esibizione battendo il *Krida*
(Pauline nella foto in basso mentre tocca il suo tamburo, emettendo grida gutturali e canti ancestrali).
Nel 1989 ritornato a Tasiilaq di Ammassalik, ho visitato Pauline in ospedale dove, purtroppo ha lasciato questo mondo conosciuto per volare ad abbracciare i suoi cari.




 

 

 



Durante i mesi di ottobre e novembre 2007*gennaio, febbraio, novembre, dicembre 2008,*gennaio, febbraio, marzo, novembre e dicembre 2009*gennaio, febbraio, marzo ed aprile 2010* ho viaggiato attraverso l'America Latina, tra le Ande del Peru' e della Bolivia, alla ricerca della cultura e delle tradizioni delle popolazioni discendenti dalle antiche civiltà di Chinchorro, Tiwanaku, Pukara, Wari, Kollas, Lupakas, Chiribaya ed Incas. Sull' altopiano del Cile, a nord di Arica e al confine con la Bolivia si trova Putre, a quasi 4000 metri di altitudine. Ho partecipato al Festival della Canzone Andina in occasione de La Feran 2007 organizzato come ogni anno dal Comune di Putre, dove si esibiscono i più interessanti gruppi folkloristici della Bolivia, del Cile e del Perù. A novembre del 2008, dopo aver partecipato a Timalchaca sulle Ande, alle Ritualità cristiano-pagane della Venerazione della *Virgen de los Remedios*, ho viaggiato a Camiña dove ho soggiornato per due settimane, partecipando alla Farcam 2008-2009 e visitando le località e le montagne adiacenti. Sono salito a fino Nama, da dove con la famiglia Mamani Carlos ho visitato il lago Rosso con le acque color sangue, il lago Verde con le acque tiepide e il lago Giallo, con vari occhi di origine vulcaniche che compongono una località tuttora intatta e Sacra degli indigeni Aymara della cultura Tiwanaku. La famiglia Carlos di Nama nella provincia di Iquique, da sempre è stata la custode di questa oasi naturalistica unica al mondo, ed io gli ringrazio per avermi dato la possibilità non solo di visitarla, ma anche di partecipare di persona alle Ritualità Indigene che prevedono di chiedere permesso agli Apu per accedere alle località Sacre. Una componente della famiglia mi ha anche accompagnato per un tratto, nel mio girovagare per il Perù.  Ad Arequipa ora ho delle solide basi e così a Cusco, a Puno sul lago Titicaca*dove ho partecipato attivamente alle festivitá cristiano-pagane in onore alla Madonna della Candelaria che sia nel 2009 sia nel 2010 si sono prolungate per ben 15 giorni*, a Moquegua, a Cuchumbaya  Tacna ed in varie località del sud del Perù, a Tiwanaku in Bolivia, dove ho soggiornato. A novembre 2010 sono ritornato in America Latina e dopo un periodo trascorso ad Arica in Cile e dintorni, il 23 dicembre sono volato a Mendoza in Argentina dove ho trascorso il Natale ed il Capodanno 2011, vagando tra le bellissime montagne andine che fanno capo all'imponente Aconcagua. Dall'Argentina sono ritornato in Cile per poi trasferirmi in Perù. A Moquegua ho salito alcune montagne di interesse archeologico. Sulla loro sommità infatti, hanno resistito alle intemperie i ruderi di abitazioni e di centri cerimoniali che risalgono alle culture di Tiwanaku ed Huari. Culture antecedenti agli Incas. Da Moquegua al lago Titicaca dove sto continuando la ricerca sulla cultura Pucarà (risalente a circa 500 anni prima di Cristo), sulle Chulpas, monumenti funerari che venivano eretti sulle cime delle montagne. Sono ridisceso a Moquegua in marzo e dopo aver effettuato alcune ricerche, il 26 ho riattraversato la frontiera e sono salito nel villaggio di Belen che si trova sulle Ande del Cile, nel comune di Putre, regione di Arica Parinacota. Lassù ad oltre 3000 metri di altitudine, 
si erano radunate le Comunità di origine aymara per festeggiare l'Anata 2011. 
Una festa di danze e ringraziamenti alla Pachamama. Ridisceso a notte inoltrata, il giorno dopo, partito all'alba, sono ritornato a Tacna in Perù, dove nello stadio Jorge Basadre Grohmann erano confluiti numerosi gruppi folcloristici nazionali ed internazionali che ho filmto e fotografato per tutto il giorno. Ora mi trovo ad Arica, la città dell'eterna primavera dove non piove mai. In attesa del 8 di maggio, quando riprenderò l'aereo per tornare alla mia amata Auronzo, mi diverto a incontrare artisti, musicisti e amici dei vari gruppi folcloristici, facendo lunghe camminate a piedi scalzi sul litorale di fronte all'oceano Pacifico.  
Sono ritornato in America Latina il 15 novembre 2011. Dopo aver trascorso alcuni giorni ad Arica, ho viaggiato a Mendoza in Argentina ed il giorno di Natale sono volato a Santiago del Cile, a Puerto Montt per arrivare a notte inoltrata a Punta Arenas, con le splendide vedute della Patagonia, 
inclusi il Cerro Torre ed il Fitz Roy. 
Ho incominciato il 2012 con i pinguini come si può vedere nei tre video che ho filmato nell'isola dei pinguini e che ho pubblicato sul mio canale di YouTube con il pseudonimo di indigeno9. Da Punta Arenas ho raggiunto e sorpassato il parco intitolato al salesiano - esploratore ed alpinista: Alberto Maria De Agostini, parco situato nella stupenda Cordillera di Darwin. 
Durante i viaggi di andata e ritorno attraverso il Canale di Beagle, ho verificato che i bellissimi ghiacciai: Holanda, Italia, Francia, Alemania ed España si stanno sciogliendo e ritirando in una maniera impressionante. 
Mi si è stretto il cuore vedendo l'enorme cascata d'acqua che scende copiosamente da quel che resta del ghiacciaio (ventisquero) Romanche. 
Ho visitato il museo Martin Guisinde dell'isola di Navarino, nel centro abitato che si trova nell'estremo sud del mondo: Puerto Williams. 
Ho espresso al Direttore del Museo dottor Alberto Serrano Fillol, l'intenzione di conoscere meglio la storia delle popolazioni native, in particolare degli Yaganes (Yamanes cioè uomini, lo stesso significato degli Inuit della Groenlandia), Selknam o Onas, Alacalufes, Tehuelches e Haus. Intendo investigare soprattutto le cause della loro estinzione, in gran parte dovute alle violenze di alcuni coloni e cercatori d'oro. 
A Punta Arenas ho visitato il magnifico Museo Don Bosco dei Salesiani, incontrando il Direttore Don Salvatore Cirilo, ed esponendo le mie intenzioni. Don Salvatore è stato gentilissimo e mi ha assicurato la sua piena collaborazione.
Sono ritornato in 
Patagonia, Cile, Argentina e Perù vagando per sei mesi continui ogni ann, fino al 2018. Ho vissuto intensamente avventure e ricerche che mi hanno arricchito interiormente. Con il bagaglio il conoscenze che ho appreso durante tutta la mia vita, ho deciso che è arrivato il tempo di trasmetterle.
Sto lavorando intensamente e grazie al corona virus, non posso continuare a vagare,a cercare.
Rinchiuso in casa dopo tanti anni intensi riesco a mettere insieme scritti, foto e video per un progetto che ho in mente.






Patagonia Argentina. Verso il Fitz Roy e sul Ghiacciaio Viedma. 25 e 30 dicembre 2015


MONTE EMILIUS 3559 m.s.l.m. LA  MONTAGNA DEI VALDOSTANI

NORTH WALL & BLACK TRIANGLE


https://www.summitpost.org/curtain-vii-i-emilius-i-ridges-walls-first-part/854692

In 1927, but without Renato Chabod "attracted to other mountains", 21 August Amilcare with Lino return to the office. From the "Diary Climbs Mountaineering in Valle di'Aosta 1921-1933", July 1993: "Overnight. In a corner of the hut I find a marmot, living, pen in my rucksack, marmot that the next day will 

do in my bag the ascension of north dell'Aemilius .... I ° and II complete ascension to the north wall of M. Aemilius 3559 m. (for the first time see pages back.) up to the path of the other year available roped Binel, then Crétier up in top: Crétier-Binel. No difficulty: it requires only a constant caution. Danger of falling stones is almost nil".

So , made the climb complete (but the climbers went out on the West Ridge about 50 meters from the Summit ) the wall for a short time falls by the wayside. You have to wait another thirteen years old when is rising again, but for a new way, in the Summer of 1940, but the date is not certain because even the Falcoz was not sure of the data, the pair Anselmo "Ansel" Falcoz and Professor of Music of Turin Massimo Mila go up the Center Couloir. In good snow conditions, is definitely the easiest, fastest, and perhaps safer, on the wall, so I also confirmed that Alberto has Sciardi solo ascent June 29th, 1985. The same goes for West Crétier-Binel about seventy meters from the Top. Even in the Forties, and then in the middle of World War II°, there are two other climbs: we are in April of 1942 when the guide Adolfo Giulio Ourlaz , called "Dulo" track along a new route to the Lieutenant of the Alpine Troops Emanuele Tosana. Attack near the Black Triangle (and perhaps this was a tacit attempt the same), but then gradually move to the West and, through steep slabs with cracks encrusted with snow and ice, you carry on the great progressively "Udder" rocky, large rib pear-shaped with the petiole tilted to the left that separates the two Glaciers of Western and Eastern Arpisson, this is indeed, from its base, sinking like a bow in the same, the highest part of the wall with about 700 vertical meters. Gainers rounding the edge thereof, or falling from the East side opposite more "internal" and above the large diagonal channel; conclude follow it to a narrow slot at the characteristic "hand" ahead of Triangle Peak and come in through the Edge North-northeast or "Crest of the Three Curates". Definitely a nice firm, taking into account that we are about halfway through the month of April, worthy of climbers "wrist", which was "Dulo" and surely the Lord Lieutenant if the same had chosen him as a companion. The two live in the same refer Autumn, making a path that is a "miscellaneous" attack the first 200 meters on Crétier-Binel 1927 gradually uphill through the Central Couloir Falcoz-Mila, 1940, date back to about 130 metres on two small spurs twins, cross again, but in the opposite direction , the channel and end up on the West Ridge, along the Via of '27. Probably the conditions autumn, sometimes even worse than the winter, forcing them to these wanderings.

After the war, the wall falls completely into oblivion. Now everything has been realized. 

But it is not true, so that in 1967 an Officer of the "Alpini", a native of Auronzo and then a climberf Dolomite, completed the first Solo ascent, along the Via del '27, that is forty years later. 

It is Gianni Pais Becher Alpine Military School in Aosta, as transcribed from a simple note from the Book of the Peak. 

But now all the attention was directed at the Black Triangle, forepart rocky perpendicular to on the Glacier Eastern Arpisson. After many attempts by many (it seems that there was also a concern by Emilio Comici, when staying at the Alpine School, and none other than Walter Bonatti), certainly after the interest of Augusto Leone, who is also the S.M.A. of Aosta, we have attempts by Ourlaz, Mountain Guides Dino Fracasso and Franco Garda and the Hunter "Agostino" Zulian. All ran aground after few hundred meters, the nail with carabiner, before crossing to the first snowfield. Will the Guide "Piero" Rosset and Angelo Bozzetti to solve the problem. With so much a traverse acrobatics, as daring for its time and made boots, the champion of Aosta, Mountain Guide Valpelline, fail to pass. But bad weather forced them to give up going out for a rocky couloir diagonally on the Corner North-northeast. We are in August of 1960 and 10/11 September of the same year the two decisive begins its attack. They descend from the edge, where they went out, and date from the Black Triangle with a company that will remain legendary. Will no longer be repeated until 23 July 1983 when another guide whimsical, Dante Bibois of Cogne, make the climb along with two other Aspirants Guide Cogne, Alfredo and Ettore Grappein, probably descended from the famous Dr. Grappein. One will lose their lives in the tragedy on the Wall of the Southeast Lyskamm in 1985, right in the course that was supposed to give him a degree of Guide. In 1990, August 01th, we still have a "jolt", with the Mountain Guide of Valpelline Aldo Cambiolo combined with its strong climber Roberta Vittorangeli of Parma, open a Via Direct on Triangle: the attack is to the right of Bozzetti-Rosset, through a dihedral sulfur; exit, after crossing at the top of the Route, 1960, to the left on the North-northeast Edge.

MONTE EMILIUS 3559 m. PARETE NORD

Nel 1927, ma senza Renato Chabod "attratto da altri monti", il 21 Agosto Amilcare Crétier con Lino Binel tornano alla carica. Dal "Diario Alpinistico Ascensioni in Valle di'Aosta 1921-1933", Luglio 1993: "Pernottamento. In un angolo della capanna trovo una marmotta che, viva, rinchiudo nel mio sacco da montagna, marmotta che il giorno seguente farà nel mio sacco l'ascensione della nord dell'Aemilius. ... I° ascensione completa e II per la parete nord del M. Aemilius 3559 m. (per la prima volta vedi pagine addietro). Fino al percorso dell'altro anno disp. cord. Binel, Crétier poi fino in vetta: Crétier-Binel. Nessuna difficoltà: si richiede solo una continua prudenza. Il pericolo della caduta delle pietre é quasi nullo.".

Così, effettuata la salita completa (ma la cordata uscì sulla Cresta Ovest a circa 50 metri dalla Vetta) la parete per un poco di tempo cade nel dimenticatoio. Si devono attendere altri tredici anni quando viene salita nuovamente, ma per una via nuova; nell'Estate del 1940, ma la datazione non é certa poiché anche il Falcoz non era sicuro del dato, la coppia Anselmo "Ansel" Falcoz ed il Professore di Musica di Torino Massimo Mila salgono il Canale Centrale. In buone condizioni di neve é sicuramente la via più facile, veloce e, forse sicura, sulla parete; così mi ha confermato anche Alberto Sciardi che la ha salita in solitaria il 29 Giugno 1985. La stessa esce ad Ovest della Crétier-Binel ad una settantina di metri dalla Sommità.

 Ancora negli Anni Quaranta, e quindi in piena Guerra Mondiale, si registrano altre due salite: siamo nell'Aprile del 1942 quando la Guida Adolfo Giulio Ourlaz, detto "Dulo", traccia un nuovo itinerario insieme al Tenente degli Alpini Emanuele Tosana. Attaccano nei pressi del Triangolo Nero (e forse questo era un tacito tentativo sullo stesso), ma poi si spostano gradualmente verso Ovest e, tramite ripide placche con fessure incrostate dalla neve e dal ghiaccio, si portano progressivamente sulla grande "Mammella" rocciosa, grande costola a forma di pera con il picciuolo inclinato a sinistra atta a separare in due i Ghiacciai Occidentale ed Orientale di Arpisson; questa anzi costituisce, dalla sua base, che affonda come una prua dentro i medesimi, la parte più elevata della parete con circa 700 metri di dislivello. Salgono doppiando lo spigolo dello stesso, ovvero portandosi dal lato Est all'opposto più "interno" e soprastante il grande canale diagonale; concludono percorrendolo fino ad uno stretto intaglio presso la caratteristica "mano" a monte del Triangolo e giungono in Vetta tramite lo Spigolo Nord-nordest o "Cresta dei Tre Curati". Sicuramente una bella impresa, tenendo conto che siamo circa a metà del mese di Aprile, degna di alpinisti "di polso", quale era "Dulo" e sicuramente il Signor Tenente se lo stesso lo aveva scelto come compagno.

 I due si rifanno vivi nello stesso Autunno, compiendo una via che é una "miscellanea": attaccano i primi 200 metri sulla Crétier- Binel 1927, attraversano progressivamente in salita il Canale Falcoz-Mila 1940, risalgono per circa 130 metri su due piccoli speroni gemelli, attraversano di nuovo, ma in senso opposto, il canale e finiscono sulla Cresta Ovest, lungo la Via del '27. Probabilmente le condizioni autunnali, a volte anche peggiori di quelle invernali, li costringono a queste varie peregrinazioni.

Nel dopoguerra la parete cade completamente nell'oblio. Ormai tutt'é stato realizzato. 

Ma non é vero, tanto che nel 1967 un Ufficiale degli Alpini, originario di Auronzo e quindi un Dolomitista, compie la prima salita Solitaria, lungo la Via del '27, cioé quarant'anni dopo. 

Si tratta di Gianni Pais Becher della Scuola Militare Alpina d'Aosta, come da semplice nota trascritta dal Libro di Vetta. 

Ma ormai tutte le attenzioni eran rivolte al Triangolo Nero, avancorpo roccioso perpendicolare per 400 metri sul Ghiacciaio Orientale dell'Arpisson. Dopo tanti tentativi da parte di molti (pare vi sia stato anche un interessamento da parte di Emilio Comici, quando soggiornava alla Scuola Alpina, e niente poco di meno che di Walter Bonatti); sicuramente dopo l'interessamento di Augusto Leone, anche lui della S.M.A. di Aosta, abbiamo dei tentativi da parte di Ourlaz, delle Guide Dino Fracasso e Franco Garda e d'"Agostino" Zulian. Tutti si arenavano, dopo cento metri scarsi, al chiodo con moschettone, prima del traverso verso il primo nevaio. Saran le Guide "Piero" Rosset ed Angelo Bozzetti a risolvere il problema. Con un'attraversata tanto acrobatica, quanto ardimentosa per l'epoca e realizzata con scarponi, il fuoriclasse di Aosta, Guida della Valpelline, riuscirà a passare. Ma il cattivo tempo li costringe a rinunciare uscendo per un canale roccioso in diagonale sullo Spigolo Nord-nordest. Siamo ad Agosto del 1960 e il 10/11 Settembre dello stesso anno i due sferrano l'attacco decisivo. Scendono dallo spigolo, dove erano fuorusciti, e risalgono il Triangolo Nero con un'impresa che rimarrà mitica. Non sarà più ripetuta fino al 23 Luglio 1983 quando un'altra Guida estrosa, Dante Bibois di Cogne, effettuerà la salita insieme ad altri due Aspiranti Guida di Cogne, Alfredo ed Ettore Grappein, probabilmente discendenti dal famoso Dottor Grappein. Uno perderà la vita nella tragedia sulla Parete Sudest dei Lyskamm nel 1985, proprio nel Corso che avrebbe dovuto laurearlo Guida. Nel 1990, primo di Agosto, abbiamo ancora un "sussulto", con la Guida di Valpelline Aldo Cambiolo, insieme alla forte alpinista parmense Roberta Vittorangeli, aprono una Via Diretta sul Triangolo: l'attacco é a destra della Bozzetti-Rosset, tramite un diedro sulfureo; l'uscita, dopo aver incrociato nella parte alta la Via 1960, a sinistra sullo Spigolo Nord-nordest. 





Gianni Pais Becher su una cima inviolata in Groenlandia Orientale nel 1983. Foto di Leila Nigrisoli.






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